Nota MinIstr. m_pi.AOOGABMI.REGISTRO UFFICIALE(U).0001275.13-01-2021
Nota-2002-del-9-novembre-2020-note-operative-ipotesi-contratto-didattica-digitale-integrata
CCNI-mobilita-personale-docente-educativo-e-ata-scuola-a-s-2017-2018-dell-11-aprile-2017
CCNL SCUOLA 2006-2009CCNL SCUOLA 2006-2009
Fondo scuola Espero rinnovo assemblea delegati
Molfetta. Dopo il successo ottenuto presso il Teatro don Bosco i piccoli e talentuosi cantori concedono il bis presso la Basilica Madonna dei Martiri, affollata di genitori, nonni e tanti curiosi.
Il coro della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo Manzoni Poli è formato da 45 alunni (selezionati dalla seconda alla quinta) del Plesso Carlo Alberto e del Plesso Giulio Cozzoli.
GLI SCRITTORI IN ERBA DELL’I.C. MANZONI-POLI PRESENTANO IL LIBRO PER RAGAZZI:
“ GUARDIANI DEL PASSATO
UN’AVVENTURA DA NON DIMENTICARE”
Il D.S. Prof. Gaetano Ragno ha accolto ieri col sorriso tutti i partecipanti, dicendo che non c’è modo più bello di concludere l’anno scolastico se non riunendo scuola, famiglie, alunni e territorio intorno ad una festa.
Perché si è conclusa con una festa ieri, presso la scuola primaria Giulio Cozzoli, la staffetta di scrittura creativa inserita nel Progetto “Pietre, trame e nuvole”, seguito con passione dall’esperta Prof.ssa Lorenza Minervini.
Partendo dal Capitolo 0, generosamente scritto per i bambini dalla Prof.ssa Loredana Pietrafesa, ben 120 alunni delle classi quarte hanno dato vita, nel corso di questo anno scolastico, ai sei capitoli di un racconto tra passato e presente, ambientato nei vicoli del centro storico di Molfetta. Quale modo migliore per imparare a conoscere la propria città, se non farne parlare le “pietre”, i particolari architettonici, testimoni di una storia che affascina grandi e piccini, uomini di domani, che ne diventano custodi consapevoli e attenti?
E così il Progetto esprime tutta la sua trasversalità, toccando discipline come la cittadinanza, la lingua italiana, la geografia, la storia, l’arte…
Protagonisti della serata sono stati gli alunni, che hanno cantato antiche filastrocche in vernacolo e letto stralci del racconto, lasciando al pubblico il piacere di continuare la lettura, per scoprire come va a finire.
L’Assessore alla cultura Sara Allegretta ha mostrato molto interesse per l’esperienza e si è soffermata ad ammirare gli elaborati che le insegnanti hanno messo in mostra, affinché le famiglie conoscano tutti i passaggi di un percorso didattico che ha impegnato gli alunni in incontri coinvolgenti, cui hanno partecipato con entusiasmo e spirito di gruppo.
Marilena Spaccavento delle Edizioni La Meridiana ha espresso parere fortemente favorevole per una “buona” pratica didattica che trova il suo valore aggiunto nel fatto che parte e riguarda la conoscenza della nostra città, il concetto di tutela del patrimonio, il ruolo importante delle giovani generazioni per un progetto di salvaguardia del patrimonio storico e culturale.
La referente del progetto, Prof.ssa Patrizia Roselli, ha sottolineato che attraverso queste esperienze la scuola, pur costituita da diversi plessi, mira ad un obiettivo unitario: offrire ai bambini opportunità formative che sviluppino la loro creatività e la fiducia in se stessi attraverso pratiche didattiche che vanno oltre la lezione canonica e per questo capaci di coinvolgere la totalità dei soggetti educandi, ciascuno secondo i propri tempi e le proprie arricchenti peculiarità.
FEDERICO E IL CALORE DELLA FELICITA’
C’era una volta un bambino di nome Federico che viveva in un villaggio governato dal Signor Sconforto. Per le strade del villaggio tutto era triste e cupo, l’unico modo che avevano le famiglie per non perdere i loro ricordi era quello di custodirli in una lanterna che ognuno conservava gelosamente nella propria casa. Quando una famiglia perdeva la speranza di ritornare ad essere felice, la luce di queste lanterne pian piano si spegneva. Anche la famiglia di Federico ne aveva una, la cui luce, purtroppo, diventava sempre più fioca.
Una sera, al calar del sole, Federico vide spuntare in cielo una stella, la sua luce così splendente e radiosa, gli trasmise una piacevole sensazione di pace e serenità. E fu proprio durante quella notte che il bambino fece un sogno: giocava con i suoi amici a nascondino, ad acchiapparella e mentre si rincorrevano quanto si divertivano!
Il giorno seguente si svegliò con il cuore pieno di gioia, era così tanta la voglia di manifestare al mondo intero i suoi sentimenti che aprì l’armadio e tirò fuori dai cassetti i vestiti più colorati che aveva. Arrivò a scuola, salutò con entusiasmo il maestro e suoi compagni, i quali, però, non si mostrarono particolarmente contenti. Federico cercò di convincerli che la felicità era ancora presente nei loro cuori, ma molti lo presero in giro, altri non lo ascoltarono neppure, solo uno di loro si avvicinò per dirgli che credeva alle sue parole e che magari, avrebbero potuto chiedere aiuto alla saggia del villaggio, la vecchia Letizia.
Girava voce che abitasse da anni lontana da tutti, in una casa abbandonata nel bosco, dopo la scuola i due ragazzi decisero di andare a trovarla, al termine di un lungo sentiero videro dietro un grande albero una casetta, sembrava disabitata, erbacce nere l’avvolgevano e bloccavano la porta di ingresso, polvere e ragnatele ricoprivano i vetri delle finestre.
Si fecero coraggio e bussarono: “Possiamo entrare?”
“Certo, entrate pure!” disse una voce. I ragazzi entrando non credettero ai loro occhi, la casa era piena di candele accese, le cui fiammelle danzavano leggere nell’aria, vecchie fotografie di uomini, donne, bambini tutti sorridenti, testimoniavano una vita passata con amore.
“Perché siete venuti fin qua?” chiese la vecchia, i due ragazzi risposero: “Siamo stufi di tutta questa tristezza! Vogliamo essere felici! Ma non sappiamo come fare! Nessuno vuole darci ascolto!” La saggia, allora, stupita disse: “E’ strano udire queste parole, nel nostro villaggio la felicità è bandita, per questo mi sono rifugiata qui, in una casa dall’aspetto così spaventosamente triste, ma dall’animo così caldo! Ma voi mi sembrate due ragazzi in gamba e voglio aiutarvi! Vi donerò la mia penna magica, l’ho conservata per anni, nell’attesa che qualcuno dal cuore puro e fiducioso venisse a bussare alla mia porta.” Si avvicinò ad un vecchio baule impolverato dal quale tirò fuori una lunga piuma dai colori variopinti. La vecchia Letizia ritornò dai ragazzi e disse: “La felicità è conservata nei cuori di tutti noi, è importante che tutti gli abitanti ritrovino i loro sogni, questa penna vi aiuterà!”
I ragazzi dopo averla ringraziata, presero la penna magica e andarono a bussare a tutte le case del villaggio. Man mano che le famiglie si raccontavano, ricordavano i loro momenti più felici, Federico lasciava che la penna li riscrivesse nei loro cuori e negli animi di tutti si riaccendeva la speranza, anche le lanterne sembrava avessero ripreso la luce di un tempo, ma non era abbastanza, serviva che si accendesse anche quella del Signor Sconforto.
I due ragazzi si diressero verso la sua casa, quando vi giunsero, la videro circondata da alberi spogli, poche foglie marce ricoprivano il terreno, nell’aria tutto era silenzioso e buio. La porta era aperta, non c’era nessuno, percorsero numerosi corridoi alla ricerca della lanterna, ma fu tutto vano, capirono che il Signor Sconforto non possedeva alcuna lanterna.
Andarono via, ritornarono dalla saggia Letizia che ancora una volta tirò fuori dal suo vecchio baule una strano libro, chiese ai ragazzi di aprirlo, dentro c’erano i nomi di tutti gli abitanti, disse loro di poggiare la punta della penna sul nome del Signor Sconforto, come per incanto la penna iniziò a muoversi nell’aria e a scrivere la sua storia, lessero così che lui stesso aveva rotto da bambino la lanterna alla morte dei suoi genitori e da allora il dolore si era trasformato in disperazione, tristezza, “sconforto” appunto; tale era la forza di questo sentimento che aveva invaso anche gli abitanti del villaggio, sopraffatti ormai dalla rassegnazione.
I due ragazzi ebbero un’idea, magari gli abitanti avrebbero potuto condividere un ricordo felice col Signor Sconforto. Ma come fare. Lui non voleva vedere mai nessuno. La buona vecchia Letizia pensò bene di aiutarli un’altra volta, diede loro un retino magico col quale avrebbero preso una fiammella dalle lanterne di tutte le famiglie e un sacco che le avrebbe contenute.
Sentita questa triste storia, tutti furono disposti a donare chi un sogno, chi un ricordo e col sacco pieno di fiammelle e il cuore pieno di speranza, i due ragazzi ritornarono dal Signor Sconforto, il quale subito li cacciò via, ma con destrezza, mentre il suo compagno cercava di distrarlo, Federico lanciò il sacco nel camino, di colpo si sprigionarono fasci di luce che attraversarono il signor Sconforto e fu così che mentre i sogni e le speranze degli abitanti gli riscaldavano il cuore, pian piano ritornarono alla mente anche i giorni felici trascorsi con i suoi genitori. Un dolce sorriso affiorò sul viso del Signor Sconforto, che abbracciò i due ragazzini. Era così felice. Che stupido era stato a farsi distruggere dal dolore dimenticando la gioia di vivere. Quante giornate aveva trascorso chiuso nella sua casa, nascondendosi al calore del sole, al cinguettio festoso degli uccelli in primavera, ad una bella chiacchierata con un amico. Finalmente quel ghiaccio che gli avvolgeva il cuore si era sciolto come neve al sole!
I tre ritornarono festosi dalla vecchia Letizia, ma si accorsero presto che nubi cariche di tristezza avvolgevano ancora il villaggio. Radunarono, allora, intorno a un grande fuoco tutti gli abitanti, i quali vi lanciarono dentro le loro lanterne, Letizia spiegò loro che non servivano lanterne per essere felici, la vera felicità era quella che ognuno aveva costruito dentro di sé e poi condiviso con gli altri.
Finalmente le tenebre si diradarono e il sole ritornò a risplendere anche in quel villaggio dove, d’allora, tutti vissero felici e contenti. Si dice che quel fuoco sia ancora acceso alimentato dalle risate dei bambini e dai canti di famiglie e amici che vi si raccolgono intorno nelle giornate di festa.
Classe 1^F
a.s. 2017-2018
Il viaggio nella Scuola Primaria si conclude per gli alunni della 5^B del plesso “C. Alberto” con la messa in scena della versione teatrale, musicale e coreutica, in chiave umoristica, del viaggio di Ulisse. "La valigia dei sogni" porta con sè le speranze, i timori e i progetti dei bambini che lasciano le care maestre che li hanno accompagnati durante la loro crescita.
Un'alleanza affettuosa e partecipe tra i genitori, gli alunni e le maestre, ha evidenziato che le buone relazioni giovano alla maturità degli alunni e portano agli splendidi risultati che lo spettacolo, pienamente riuscito, ha dimostrato.
Nella seconda parte, invece, si è esibito il coro della scuola primaria, diretto dall’ ins. Damiana Spaccavento, che quest’ anno è stato intitolato “VOCI con GAUDIO” in ricordo della carissima collega Antonella Gaudio.
I bambini hanno cantato otto canzoni che hanno avuto come tema l’ ARTE; attraverso i colori, le matite colorate, le forme, sono riusciti a descrivere in musica, delle immagini come un pittore e ad esprimere sentimenti e sensazioni.
I piccoli coristi, si sono avvicinati oltre al repertorio dello zecchino d’oro anche a canzoni di musica leggere per concludere con la musica lirica attraverso un inno all’arte “Recondita armonia” dalla Tosca di G. Puccini.
Durante l’esibizione i bambini hanno espresso con entusiasmo tutto il lavoro svolto, hanno saputo interpretare i brani e suscitare forte coinvolgimento ed emozioni tra gli spettatori.
Ottime notizie per l'Istituto Comprensivo Manzoni-Poli, al termine di un anno ricco di Europa, iniziato con il brillante accreditamento in ambito Erasmus+/SVE e proseguito con la partecipazione di due docenti al progetto di formazione “VR Edu” tenutosi in Francia, a Le Mans.
Il 18 maggio è finalmente giunta la attesissima notizia della approvazione ufficiale, da parte dell'Agenzia Nazionale Giovani, del progetto “Stop and Go!” che permetterà al Comprensivo Manzoni-Poli di avvalersi per l'intero anno scolastico 2018/19 della preziosa collaborazione di due giovani volontari europei, di nazionalità Georgiana ed Ucraina.
Non avrebbe potuto avere miglior esito il progetto presentato nel mese di febbraio in partenariato con l'associazione Inco-Molfetta, che opera da alcuni anni nel nostro territorio come organizzazione di coordinamento accreditata dall'Agenzia Nazionale Giovani.
Lo SVE (Servizio di Volontariato Europeo) è il programma Erasmus+ che permette ai giovani, residenti nei paesi della Comunità Europea dell'area Euromediterranea e del Caucaso, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, di svolgere un'esperienza di volontariato internazionale presso un'organizzazione o un ente pubblico accreditati in Europa o nelle aree limitrofe.
Col supporto dei volontari SVE i bambini e ragazzi, che frequentano le scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado, potranno usufruire di esperienze formative, come quella della comunicazione in lingua straniera, del volontariato e della conoscenza di esperienze e culture diverse, per sperimentare la possibilità del dialogo e dell'incontro con l'altro, in un momento storico di problematica chiusura verso lo “straniero” e di difficile dialogo interculturale. Per i volontari l’esperienza costituirà occasione di apprendimento della lingua italiana, di conoscenza degli aspetti naturalistici e storico-architettonici del territorio e confronto con la nostra cultura.
All'interno di questo percorso sono previste delle ore di europrogettazione, durante le quali gli alunni della Scuola Media Poli, in rete con tutti i ragazzi delle scuole del territorio che ospitano volontari europei, potranno apprendere come progettare una “mobilità” e uno “scambio” europei intorno a tematiche di comune interesse, perchè l'idea di cittadinanza europea sia concreta espressione di un sentire che fa dell'Europa la nostra patria condivisa.
Con l'avvio di questa esperienza e la partenza di altri progetti interculturali di accoglienza e solidarietà il “Manzoni-Poli”, secondo la “vision” delineata dal Dirigente prof. Gaetano Ragno, si orienta ad un' idea di internazionalità che travalica l'aspetto puramente linguistico per approdare al confronto, diretto e concreto, con altre e diverse realtà sociali e culturali.