Dopo gli incontri con l’Arma dei Carabinieri e Pinuccio Fazio, il programma del progetto PON “Sui passi della legalità”, realizzato in collaborazione con il Comune di Molfetta, SerMolfetta e Consorzio Metropolis, presso la scuola media “Poli”, prosegue con il secondo appuntamento dedicato alla memoria di Michele Fazio.
Mercoledì 25 gennaio, il Dirigente scolastico prof.Giuseppe Minervini, i docenti e gli studenti delle classi terze hanno accolto con grande emozione Pinuccio e Lella, genitori del giovane ucciso dalla criminalità barese e lo scrittore Francesco Minervini che ne ha raccontato la storia nel libro “Il Grido e l'impegno”. Un incontro di grande valore formativo che ha permesso agli studenti di rivivere i momenti più drammatici di questa triste storia e di comprendere il valore della parola come testimonianza di ciò che è accaduto.
Il racconto di Francesco Minervini, docente e scrittore di storie nascoste, si intreccia con la testimonianza diretta della signora Fazio. Un viaggio nel tempo che ripercorre la storia di Michele e dei suoi assassini e la genesi del libro a lui dedicato. L'autore parla dei suoi primi incontri con i signori Fazio per conoscere la loro storia privata, la raccolta di informazioni attraverso la polizia, gli avvocati, gli atti giudiziari e la pubblicazione in occasione del decennale della tragica morte. Un libro scritto con uno stile personale ma le cui parole provengono dall'ascolto dei protagonisti.
Una bella lezione di vita ma anche di scrittura, dedicata ai giovani studenti presenti, durante la quale spiega che il segreto per una buona scrittura risiede nella selezione attenta delle parole. Anche il titolo, scelto tra tanti, è importante perché “l'urlo” è quello della madre quando scopre Michele senza vita e “l'impegno” è quello della parola che diventa atto liberatorio ma anche energia per affrontare il male. L'autore conferma che scrivere un libro dà sempre soddisfazioni ma, sin dal primo momento, non ha mai pensato ad un tornaconto personale, anzi ha deciso di donare all'associazione Libera tutti i proventi della vendita per non perdere il senso del proprio impegno civico. Infine, invita tutti i presenti a far circolare le storie di chi si oppone ogni giorno alla criminalità.
La signora Lella racconta la sua vita a Bari vecchia, la paura di quei vicini di casa coinvolti con la criminalità, fino al tragico evento che ha trasformato il dolore in coraggio e desiderio di giustizia. Parla con gli studenti come fossero suoi figli, gli esorta a non avere paura e a denunciare subito qualsiasi atto violento di cui si è testimoni perché chi diventa complice dei criminali o peggio ne segue le orme presto finirà in carcere o sarà ucciso in qualche regolamento di conti. Tanti giornalisti erano andati a casa sua ma solo Francesco è riuscito ad ascoltare nel modo giusto. La pubblicazione del libro l'ha resa felice perché il nome di Michele non sarà mai dimenticato e il suo sacrificio ha reso libero il centro storico di Bari.
I saluti della dott.ssa Isabella Carlucci, funzionario dei servizi sociali del Comune di Molfetta e l'intervento della prof.ssa G.Mongelli, referente del progetto “Legalità” che ha ricordato Antonino Caponnetto e la sua affermazione “La mafia teme la scuola più della giustizia”, hanno concluso una giornata scolastica che resterà per sempre nel cuore di tutti i presenti.