Anno Scolastico 2012-2013  

CANUSIUM: LA PICCOLA ROMA


Un’esperienza indimenticabile,soprattutto per me che sto concludendo il quinquennio delle elementari,è stata la visita guidata al sito archeologico di Canosa che abbiamo realizzato ieri mattina. Difatti la mattina del 14 Maggio ero particolarmente impaziente di partire per raggiungere Canosa dove avrei approfondito insieme ai miei compagni di classe l’argomento dei Romani. Alle 8,00 ci siamo ritrovati a scuola e alle 8,15 siamo partiti in pullman per raggiungere il luogo della visita. Io ero seduto accanto a Francesco e durante il tragitto abbiamo parlato molto,raccontandoci alcune barzellette per ingannare il tempo. Alle ore 9,00 siamo arrivati a Canosa dove guide,la signora Stefania e la signora Cinzia, ci hanno guidato durante la visita dei monumenti.
Durante il percorso per giungere all’Arco Onorario,Stefania,la guida della nostra classe,ci ha parlato della città,che in epoca romana fu un grande centro commerciale dell’industria della ceramica.

Canosa raggiunse il massimo splendore nell’Età Imperiale sotto il comando dell’imperatore Traiano che con le ricchezze della città la abbellì con strade,case e altri monumenti. Per la sua ricchezza e bellezza fu soprannominata “la Piccola Roma” in quanto aveva alcuni aspetti simili a quelli di Roma come:la vicinanza ad un fiume,il possesso di ingenti risorse e infine l’edificazione su sette colli. Una delle tante leggende sulla città narra proprio dell’alleanza stipulata tra romani e canosini per combattere i cartaginesi nella II guerra punica durante la battaglia di Canne. La leggenda racconta che il sangue dei cadaveri gettati nel fiume rese le acque dello stesso rosse. Arrivati all’Arco Onorario,che era l’entrata principale della città di Canosa,la mostra guida ha iniziato a parlarcene dicendoci che esso divideva la città dei vivi dalla città dei morti. Esso era conosciuto con il nome di Arco di Terenzio Varrone e venne edificato nel II secolo d.C. La struttura aveva un fornice fatto di laterizi ed era tutto rivestito in marmo. Sull’attico aveva statue di cavalli e mentre all’epoca era alto 13m,attualmente presentava un’altezza di circa 8m. Successivamente la guida ci ha parlato della via Traiana che fu così chiamata in onore dell’imperatore Traiano. Essa partiva da Benevento e arrivava nella località di Brindisi. Attraverso questa via era possibile andare da Roma a Brindisi in soli tredici/quattordici giorni. Essa era lastricata di basole ed era larga circa 4m; ai lati della strada c’era un marciapiede alto circa mezzo metro a cui si accedeva con degli scalini.

 Esso inoltre era molto largo sia perché a quei tempi si camminava molto a piedi sia perché i pedoni non dovevano essere sporcati di fango dalle ruote dei carri dopo la pioggia. Ai lati della strada c’erano le poste ossia gli “autogrill” dell’epoca dove era possibile riposarsi e cambiare i cavalli. Dopo abbiamo osservato un vivaio al cui interno c’era il mausoleo Bagnoli, che è un monumento funebre ed è composto da due piani. Notando gli ornamenti si deduce che la famiglia sepolta fosse quella di Annia Regilla,la moglie di Erode Attico. In quell’epoca avere un mausoleo decorato e ornato serviva a ricordare ed esaltare la famiglia sepolta. Difatti più un mausoleo era decorato tanto più la famiglia sepolta era facoltosa.
Successivamente abbiamo raggiunto il ponte romano costituito da quattro piloni di diverse dimensioni. Esso venne costruito all’epoca dell’imperatore Traiano per consentire l’attraversamento del fiume Ofanto da una sponda all’altra.
Esso è caratterizzato da cinque arcate di diverse dimensioni che formano il profilo a schiena d’asino. Alle ore 11,30 ci siamo fermati per una breve sosta in città e per fare merenda. Successivamente abbiamo raggiunto a piedi la domus di Montescupolo, costruita su un sito archeologico del periodo Neolitico e fiancheggiato da una strada su cui si aprivano delle botteghe artigianali. La domus apparteneva ad una famiglia molto ricca e ciò si deduce dal fatto che avevano la tarne,numerose camere da letto,il “triclinium”cioè la camera da pranzo con il locale di servizio degli schiavi, ”l’impluvium”ossia le condutture dell’acqua e il lalario in cui venivano poste e adorate le loro divinità. Infine siamo andati al Parco Archeologico di San Leucio dove abbiamo svolto il laboratorio di mosaico realizzandone uno.

Esso rappresentava il nodo di Salomone. Alle ore 13,30 abbiamo pranzato e subito dopo abbiamo partecipato al laboratorio di scavo nel quale la mia classe ha rinvenuto un vaso, dei piatti e delle tegole delle domus in una fossa di scarto.

Poi abbiamo visto i resti del tempio dedicato alla dea Minerva che rappresenta il più importante tempio dell’Italia Meridionale che negli anni successivi è diventato Basilica dedicata ai Santi Cosma e Damiano e poi a San Leucio. Del tempio è stato possibile ammirare i numerosi mosaici pavimentali come il mosaico del pavone, simbolo sacro in quanto si supponeva che comunicasse con l’Aldilà e il nodo di Salomone che indicava l’incrocio delle culture. Infine abbiamo visitato l’Antiquarium cioè il museo dove erano deposti i numerosi reperti ritrovati. Dopo aver acquistato alcuni souvenirs siamo ripartiti per la nostra amata Molfetta stanchi e impolverati, ma infinitamente felici.
 

         

Articolo scritto da Giovanni Picca
classe V sez. A plesso Cozzoli
nell'anno scolastico 2012-2013